1 ottobre 2013
Una
volta la località Arcore evocava moti di orgoglio
nazionale anche tra quelli di sinistra, essendo sede di una azienda
fiore
all’occhiello dell’economia nazionale, luminoso
esempio della creatività ed
ingegno italico: la Gilera.
Era probabilmente destino che l’ultimo progetto di questa
grande casa prima dell’acquisizione da parte della Piaggio
nonché l’ultimo
modello di grande successo portasse tale nome.
Nata nel 1972 per sostituire l’ottima 124 era declinata
in
due diverse versioni contraddistinte da un unico colore: blu per il
125, rosso
per il 150.
In un periodo nel quale si imponevano le veloci due tempi provenienti
dal Sol Levante questa moto andava controcorrente con il suo parco
motore a
quattro tempi, che garantiva però prestazioni più
che dignitose: circa 115 km/h
per il 125 e 120 km/h per il 150.
Per fare un confronto la 150 aveva le stesse prestazione
della Benelli 125 2c,
una delle quarto di litro più performanti del periodo, a
fronte di un consumo che vedeva oltre 30 km/l contro i 17-20 della
concorrente.
Inoltre, a differenza di questa, aveva anche l’impianto di
lubrificazione
separato (con spia dell’olio sul quadro, solo nella versione
150) e poteva
andare in autostrada.
La 150 aveva, rispetto alla sorellina minore, una migliore
strumentazione, freni più efficaci, impianto elettrico con
batteria,
ammortizzatori a molle e parafanghi cromati, a fronte di un prezzo
superiore,
nel 1972, di 20.000: £ 360.000 (circa 2.800 €
attuali) contro £ 340.000 (2.600
€). Nel 1979, ultimo anno in cui era in listino (si trattava
comunque di
esemplari già prodotti e da smaltire) i prezzi erano di
913.000 £ (circa 2.500
€) e 818.000 £ (2.250 €).
Se dovesse capitarvi l’occasione ricordate che non esiste
una versione 125 che non sia blu così come non esiste 150
che non sia rossa.
Inoltre, poiché è frequente che i pezzi usurati o
rotti vengano sostituiti con
quelli dell’altra versione, la 150, a differenza della 125,
ha strumentazione
Veglia con
selettore luci e spia olio,
parafanghi cromati (la 125 li ha grigi), supporti fari di color rosso
(grigi
nella 125) ed ammortizzatori cromati con molle a vista (nella 125 sono
incappucciati e di colore grigio).
Probabilmente la miglior stradale italiana di piccola
cilindrata degli anni settanta.