I primi videogiochi
casalinghi o portatili
16 settembre 2013
Negli
anni settanta l’unica alternativa alle sale giochi (ancora
piene di
calciobalilla e flippers colorati) era quella di acquistare il Ping-o-tronic, la prima consolle
prodotta in Italia (nel 1974 dalla Zanussi), contenente tre diversi
giochi
(tennis, ping pong e pelota) con trattini e puntini sullo schermo a
simulare
racchette e palline.
Ne
esisteva una versione ancora più futuribile, chiamata Gun-o-tronic, per sparare ad un tiro a
segno virtuale, con tanto di
carabina replica della Winchester da collegare alla consolle.
Anche
la Fap, un’azienda di
Pomezia, nel
1975 mise in commercio un ping pong elettronico chiamato Ping
elettro pong.
Ma la consolle probabilmente
più venduta tra i cd. sistemi
chiusi, ossia quelli con i giochi già inseriti in
memoria e
non intercambiabili tramite cartucce esterne da inserire
nell’apposito slot (come
accadeva invece per l’Atari 2600 o
la successiva Mattel Intellivision),
fu quella Polistil, con ben quattro
diversi giochi
(calcio, tennis, pelota e squash).
Intorno
al 1978 fecero la loro comparsa i videogiochi portatili.
Poi,
come anticipato, arrivarono l’Atari 2600 e la Mattel
Intellivision che
consentivano l’utilizzo di decine di giochi diversi tramite
cartucce
intercambiabili.
Un
paio d’anni dopo, il Vic 20, il Commodore 64 ed il Sinclair
ZX Spectrum rivoluzionarono
tutto, introducendo di fatto l’era dei personal computer.