21 settembre 2013
Molti lo ricordano come il pulmino “delle Suore” o “dei Carabinieri” (ed anche io ho usufruito dei suoi servigi ai tempi dell’asilo presso le “Suore d’Ivrea”…)
Questo minuscolo ed economico pulmino da sette posti ha rappresentato, negli anni settanta, una economica alternativa al Volkswagen T2 (conosciuto anche come “Bulli” o "Samba"), più grande e molto meglio rifinito ma ahimè enormemente più costoso.
Superava di poco i 100 km orari ma all’epoca non era un problema.
Nel 1976 cambiò cilindrata e denominazione: al motore della 850 fu sostituito quello della Fiat 127 da ben 903 cc, con aumento di 1 cv di potenza (!), e divenne “900 T familiare” e successivamente “900 E Panorama”.
Anche il frontale cambiò con due fari quasi rettangolari a sostituire i precedenti due o quattro rotondi. Ne esisteva perfino una versione “camperizzata”.
Nel 1965 costava 955.000 £ (circa attuali 9.500 €) mentre nel 1976 (versione 900) costava 3.457.000 £ (attuali 14.550 €)
Oggi sono poco richiesti nel mercato dell’epoca malgrado la versatilità di utilizzo e le bassissime spese di manutenzione e ripristino (la meccanica è comune alle 850 ed alle 127, quindi facilissima da reperire); basti pensare che la quotazione non supera i 2.000 euro (mentre per un Volkswagen Bulli le richieste superano abbondantemente i 10.000).
È un peccato che questi mezzi popolari, moderni nella concezione in quanto più di trent’anni fa cercavano di conciliare le esigenze di mobilità con l’economicità di esercizio, lo sfruttamento dello spazio, la limitatezza degli ingombri esterni, siano oggi snobbati in quanto poco glamour (malgrado i concetti che proponevano siano oggi preziosi nelle intasate vie cittadine).
Quanto mi piacerebbe averne uno con cui organizzare periodicamente delle scampagnate con moglie, genitori e figli!
Mai dire mai.