1 ottobre 2013
Ovviamente non si sta parlando del coupé Ford di fine anni novanta (che peraltro ho posseduto ma che, per i problemi che mi ha dato, non consiglierei a nessuno) ma di una economica fuoriserie prodotta alla fine degli anni settanta.
La Puma (azienda italiana) produceva carrozzerie in vetroresina per dune buggy (è suo quello famoso di “Altrimenti ci arrabbiamo”) e vetture sportive, cui applicava il telaio del Volkswagen Maggiolino (che avendo pianale e scocca separati consentiva il montaggio di una diversa carrozzeria) .
Particolarmente curioso il fatto che le vetture potessero essere vendute complete oppure in kit di montaggio (senza motore), con notevole risparmio economico. La pubblicità era sempre presente sulle ultime pagine di Quattroruote.
La GTV nacque nel 1979 ed aveva una linea futuristica: si accedeva alzando l’intero padiglione superiore (tetto).
Oltre al modesto motore 1.200 del Maggiolino era possibile, in opzione, scegliere una versione elaborata da 1.400 cc. (che le consentiva di arrivare a 170 km/h).
Nei primi anni ottanta era disponibile anche con il motore 1196 cc. dell’Alfasud.
Ebbe il suo momento di gloria grazie alla pubblicità derivatale dal film “Mani di velluto” con Adriano Celentano.
Probabilmente questo tipo di auto poteva nascere solo in Italia, a causa della creatività che ci contraddistingue e, soprattutto, perché da noi l’apparire ha sempre prevalso sull’essere.