Lo Stereorama 2000 Deluxe
della Reader’s
Digest
16 settembre 2013
Negli
anni settanta cambiano le modalità di fruizione della
musica: i 45 giri, la cui
vendita aveva monopolizzato il mercato del decennio precedente, perdono
quote
di mercato a favore del 33 giri (o long
playing) e delle musicassette.
È
naturale che cambi, conseguentemente, anche il supporto di ascolto.
Se
qualche anno prima si ascoltavano i 45 giri di Edoardo Vianello
attraverso un
economico e pratico “mangiadischi” Penny o Geloso (che aveva
il vantaggio di
poter essere trasportato ovunque, in spiaggia o durante le scampagnate)
ora,
per apprezzare appieno le sonorità di “The dark
side of the Moon” o “Storia di
un minuto” serve un impianto stereo (o altrimenti detto hi-fi).
Tutti
lo desiderano (anche se solo pochi possono permetterselo) ma,
soprattutto,
tutti si dichiarano esperti in materia.
Non
esiste amico che non ti dia consigli a riguardo:
“mi
raccomando… il piatto deve essere Thorens”…
“la
piastra migliore la produce la Technics”…
“l’amplificatore
ed il sintonizzatore prendili Marantz,
specialmente della blue serie
”…
Tra
questi, i più snob ti consigliano prodotti professionali e
di nicchia, che
anche se ne avessi le disponibilità economiche, non sapresti
dove comprare (Luxman, Nad, Nakamichi,
Rotel, ecc.).
Poi,
dopo esserti documentato con riviste e depliant, ecco che i tuoi
genitori
acquistano il più economico dei compatti in circolazione,
quasi sempre lo
stesso: lo Stereorama Deluxe by
Reader’s
Digest (Selezione), acquistabile a rate tramite la rivista e,
per questo,
onnipresente in ogni casa.
La
sua caratteristica è quella di avere un vomere in miniatura
al posto della
puntina, con il quale “arare” il disco (dal costo
di circa 3000-3500 £, cioè
circa 15-18 euro attuali) nella decina di ascolti che il giradischi
consente
prima che il vinile si disintegri.
Tuttavia,
pur essendo un prodotto di bassa qualità, ha avuto
l’indubbio merito di
accontentare le tante famiglie che, non potendo svenarsi per
l’acquisto
dell’impianto, fieri del loro indistruttibile Stereorama
hanno potuto comunque godere di un dignitoso
compromesso.
E
grazie a questo rauco parallelepipedo sonoro che tante feste di
compleanno
sono
ancora memorabili.
Quanti
giochi della “spazzola” al suono del lentone del
momento (“Il tempo delle mele”
o “Paradise”)!
Grazie
piccolo grande Stereorama.